mercoledì 2 marzo 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot - Recensione -

Anno: 2015
Durata: 118 min
Genere: azione, fantascienza, drammatico, commedia
Regia: Gabriele Mainetti
Soggetto: Nicola Guaglianone
Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti



Lo chiamavano Jeeg Robot è il secondo cinecomic autoctono prodotto in italia dopo il ragazzo invisibile . Ma se il film di Salvatores per quanto apprezzabile nell'idea, si era rivelato ben poco velleitario nelle aspirazioni e dalla trama fin troppo confusionaria. Lo chiamavano Jeeg Robot si dimostra invece una piccola gemma nel panorama filmico italiano. Possiamo finalmente dire "Habemus il film di supereroi italiano".



In una capitale vittima di attentati terroristici vive il nostro protagonista, Enzo Ceccotti, un ladruncolo che viene ineseguito dalla polizia dopo un furto. La fuga si conclude sulle rive del Tevere, dove per sfuggire ai poliziotti Enzo si immerge nelle acque del fiume, finendo a contattato con alcune sostanze radiative contenuti in alcuni bidoni nascosti nell'acqua. Dopo aver passato la notte in preda alla febbre, si sveglia inaspettatamente come se nulla fosse.  Il giorno dopo uscito di casa parla con Sergio, membro della banda dello "Lo zingaro". Sergio lo porta con se per recuperare della droga. Dopo aver preso il necessario a casa, Ceccotti incontra, Alessia, la figlia di Sergio, una ragazza con evidenti problemi psichici caratterizzata da una passione morbosa per il cartone animato Jeeg Robot d'acciaio. L'affare finisce male, e nella colluttazione Enzo vola giù dall'ultimo piano del palazzo in cui si stava svolgendo lo scambio. Contro ogni logica il ragazzo si rialza senza quasi riportare ferite. Da questo evento Enzo capisce di essere dotato di incredibili poteri. Starà adesso a lui scoprire come usare i suoi poteri.....


I personaggi principali sono:

Enzo Ceccotti (interpretato da Claudio Santamaria), il protagonista. 'E un ladruncolo di strada, che nella vita è riuscito a combinare ben poco. Grazie al caso riesce a recuperare una forza e resistenza sovrumani, che però non riuscirà  a sfruttare appieno, limitandosi a furti per il semplice tornaconto personale. Enzo è un ragazzone mai cresciuto, che in questa caotica società moderna non è riuscito a ritagliarsi un suo posto e si rifugia in se stesso per sfuggire al senso di vuoto pneumatico. Sarà grazie alla convivenza con Alessia, ragazza problematica ma legatissima al cartone Jeeg Robot d'acciaio, che riuscirà a trovare quei valori che gli permetteranno, come l'eroe Hiroshi Shiba dell'omonimo cartone, di usare i suoi poteri per combattere il crimine e dare speranza all'umanità. Devo dire di aver apprezzato moltissimo questo eroe tutto italiano. Un eroe che sbaglia, che brancola nel buglio delle possibilità guidato da un piccola luce che va e viene. Enzo è un personaggio che deve sporcarsi le mani per migliorare, non nasce perfetto, nella sua umanità è portato al vizio, allo egocentrismo, a farsi letteralmente male per arrivare alla sua evoluzione finale. Claudio Santamaria fa un lavoro più che egregio come attore e ci regala un'interpretazione più che perfetta.

(//Attenzione Spoilers)Fabio Cannizzaro (interpretato da Luca Marinelli)  detto "lo Zingaro" è il capo di una banda di criminali romani. Assume il ruolo di Villain per questo film. Ossessionato da un passato da cantante di un programma televisivo, cerca in tutti i modi di ritornare alla fama, finendo per tentare il "colpaccio" per uscire dalla "fogna" in cui è finito fallendo miseramente. Dalla sua vecchia professione continua a professare una passione per la musica italiana anni 80, sia nei vestiti che nelle acconciature. So che per quello che sto per dire molti mi metteranno alla fucilazione diretta, ma onestamente credo che sia il personaggio meno riuscito del film. Non è sicuramente colpa di Marinelli, che anzi fa una interpretazione egregia. è proprio il personaggio che non funziona: è un villian si, ma per tre quarti di film non ha quasi nessuna iterazione con il protagonista, anzi finisce per esserne quasi vittima. Per molti aspetti ricorda il Joker di Batman, ma non ha abbastanza follia per essergli pari, anzi finisce a volte in involontari siparietti comici. Sono nella parte finale recupera abbastanza carisma da essere un cattivo apprezzabile. Sicuramente più interessante la critica sociale che si nasconde dietro al personaggio, la sua ricerca come molti giovani moderni di questo paese, dell'effimera fama che youtube e co possono dare. L'apparire, l'essere costantemente all'attenzione di tutti diventa il fine ultimo, non importa con quale mezzo. Lo Zingaro cerca in ogni modo di riavere quella popolarità che sente sua, ma che non è riuscito a tenere. (Attenzione Spoilers//)

Alessia (interpreta da Ilena Pastorelli). 'E una ragazza con seri problemi mentali, ma dal carattere gentile e positivo. A causa di un profondo lutto si rifugia in un mondo immaginario il cui cardine è l'anime Jeeg Robot d'acciaio. Scambia Enzo per il protagonista dell'anime Jeeg, da qui l'inside joke del titolo. Sicuramente un personaggio ammirevole, che riesce a portare il protagonista verso la giusta strada.  

Sono davvero rimasto stupito dalla qualità tecnica di questo film. Veramente si rimane basiti nello scoprire che l'intero budget non supera i due milioni. Ovviamente non potete aspettarvi esplosioni ogni tre minuti, macchine sfasciate come se piovesse o cose che i cinecomic americani ci hanno abituati. Tutto il film si regge su una solida sceneggiatura, con ritmo abbastanza lento, che da il tempo necessario per far in modo che tutti i tasselli vadano al loro posto. Ottima la scelta registica di concentrarsi particolarmente sulle scene di combattimento a mani nude, che permette di ricreare la finzione di potenza senza esplosioni o raggi che avrebbe bruciato il budget come un foglio di carta. Rimango comunque aspetti discutibili, come la banda napoletana, che oltre che essere fortemente stereotipata non risulta essere sufficientemente caratterizzata, finendo per essere un comodo espediente per aumentare il minutaggio. Le location sono principalmente all'interno della città di Roma, cosa che non inficia la qualità ma anzi ne ridà ulteriore spessore. Per quanto non apprezzi molto l'uso del dialetto nei film, devo dire che qui risulta una scelta azzeccata, sopratutto nei personaggi secondari che riescono con la loro verve ad essere più realistici e a dare allo spettatore momenti di genuina risata.

Azzeccata la scelta di dare al protagonista un cibo preferito e "gusti filmici" (oserei quasi dire la sua unica fonte di sostentamento), cosa che ho molto apprezzato e che riesce con qualche inquadratura a dare più spessore al personaggio. Il film gode di una verve comica ben riuscita e mai invadente, tra frasi ad effetto e scene dalla ottima realizzazione, non riuscirete sicuramente a trattenere almeno una risata.

Mi complimento con gli attori e con il regista di questo film. Sono il profondo lavoro che c'è dietro. 'E un film che risulta essere un film di supereroi, ma che non tradisce la sua natura italiana.

Bellissimo il paragone sempre presente, ma mai oppressivo, con Jeeg robot. Eroe che molte ragazzi degli anni 80 ha rappresentato, molto più dei fumetti americani, la figura dell'eroe. Che inizialmente non accetta il proprio destino e lo rifiuta, per poi venirne a patti e combattere per il bene. Molte cose il protagonista di questo film ne riprende lo stile e le vicissitudini.        

In definitiva consiglio vivamente questo film. Ci lamentiamo sempre della decadenza della filmografia italiana, ormai schiava di commediole buoniste quasi al vomito e film falso/impegnati, per una volta che c'è un film che propone qualcosa di diverso, in modo intelligente e ben realizzato, sarebbe davvero un peccato farlo naufragare. Quindi per una volta spegnete il pc, non scaricate, ne cercatelo in streaming e andate al cinema a vederlo. Ne vale la pena. Io non sono amante del genere, ma se queste sono le premesse spero di vedere il più presto possibile un "Lo chiamavano Jeeg robot d'acciaio 2".

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