venerdì 13 gennaio 2017

"Rogue One: A Star Wars Story" - Il film "Commandos" di Star Wars - Recensione -


Anno: 2016
Durata: 133 minuti
Genere: fantascienza, azione
Regia: Gareth Edwards
Soggetto: John Knoll, Gary Whitta
Sceneggiatura: Chris Weitz, Tony Gilroy



Dopo il deludente capitolo VII ero veramente restio a guardare questa sorta di prequel, i dubbi in testa erano tanti, ma alla fine la curiosità ha vinto la battaglia e approfittando della iniziativa del cinema a 2€ sono andato a vederlo.

Fin dal capitolo della saga ( che poi si chiama Episodio IV, poi ditemi se la gente non fa confusione) c'è sempre stato un elemento importante per le vicende della storia ma sempre tenuto nell'ombra. Sto parlando dei famosi piani della morte nera rubati dai ribelli, l'intero capitolo quattro gira quasi interamente intorno a questo punto, tanto da finire poi quasi dimenticato (eppure intorno ai piani si scatena una lotta serrata tra impero e ribelli tale da cambiare le sorti della storia). Quindi l'idea di girare un film interamente incentrato su come i ribelli si sono impossessati di tali segreti era veramente accattivante ma allo stesso molto coraggiosa, considerando che i cavalli da battaglia delle serie (I personaggi classici della saga, i combattimenti con le spade laser, Yedi e Sith ecc) non sarebbero stati presenti e il tutto poteva trasformarsi in una gigantesca e noiosa compilation di "pio-pio" (onomatopea del laser di mia invenzione).  


Trama:

"Lo scienziato Galen Erso, dopo aver lavorato per anni per l'Impero Galattico, si è ritirato sul pianeta Lah'mu, dove vive insieme alla moglie Lyra e alla figlia Jyn Erso. Erso viene raggiunto dal Direttore Imperiale Krennic, che uccide Lyra e costringe lo scienziato a completare la progettazione della Morte Nera, una stazione spaziale capace di distruggere interi pianeti. Jyn riesce a fuggire e viene salvata dal ribelle Saw Gerrera. Quindici anni dopo, Erso convince Bodhi Rook, un pilota imperiale, a portare all'Alleanza Ribelle un messaggio per informarli dell'esistenza della Morte Nera, ma questi viene catturato dalla fazione estremista di Gerrera. Jyn, ormai adulta, viene fatta evadere da una prigione imperiale dai ribelli, che vogliono usarla per rintracciare Galen e ucciderlo, impedendo così che l'arma venga completata."  tratto da Wikipedia.

Parliamo prima degli aspetti positivi del film

Diciamo la verità K2-SO è C-3PO, solo
meno effeminato. Ma va benissimo così.
Mi è piaciuto molto vedere finalmente un'alleanza ribelle sporca, indecisa sulla strada da intraprendere per sconfiggere l'impero (alcuni ancora legati alle speranze del passato di sconfiggere l'impero secondo i mezzi della repubblica per dire), mai cosi lontana come qui da quella visione nettamente buonista e dal mantello bianco dei film precedenti della saga (la cui importanza era oscura dalla ingombrante figura degli eroi principali). Una ribellione che finalmente si vede giocare sporco per cercare di battere un avversario terribile e che non conosce pietà, che sa solo usare il pugno di ferro con cui schiacciare i nemici e far vivere il resto della popolazione con gli occhi fissi sulla punta dei piedi. Con alcuni ribelli che potrebbero perfino arrivare a estremismi tali da renderli oscuri quanto l'impero (Saw Gerrera con il suo corpo massacrato e quasi interamente robotizzato ricorda fin troppo un Darth Vader in salsa ribelle per non andare incontro a scomodi paragoni). Alla fine la cosa che più discosta la ribellione dall'impero è la speranza; la speranza che i sacrifici fatti, la mani piene di sangue versato alla causa, gli amici e i famigliari persi servano un giorno a sconfiggere l'impero e riportare la pace e la giustizia nella galassia.

Interessante che nel film "la Forza", sia ormai evocata più come una specie di mantra, una frase propiziatoria, nella speranza di incanalarne lo spirito sfuggente qua e là.

Le battaglie sono veramente spettacolari, la cgi ha ormai fatto passi da gigante e ormai è difficilissimo notare dettagli che stonino nel complesso. Le lotte tra impero e alleanza ribelle riescono bene a ricreare quella sensazione di disperato coraggio con cui "La feccia ribelle" affronta un impero mostruosamente potente, ma allo stesso tempo tronfio e troppo sicuro della sua potenza, riuscendo molte volte a vincere. Un impero nettamente in difficoltà a mantenere il controllo sulla galassia, che gioca la sua ultima e spaventosa carta (la Morte Nera) per vincere la partita, mentre le lotte intestine lo minano dall'interno.

Compariranno per un minutaggio veramente scarso, ma sia Darth Vader* che Tarkin** regalano nei pochi minuti loro concessi brividi incommensurabili. Il primo grazie alla sua terrificante e oscura forza (tanto più minacciosa perché non è mai palese), sopratutto nei minuti finali del film in cui lo si vede agire sul ponte della nave ribelle sono forse i minuti più affascinanti e allo stesso terrificanti mai dati a questo personaggio (che praticamente abbatte con la forza di un ariete qualsiasi pallida resistenza gli si pari di fronte). Avvinandosi molto al concetto originale del personaggio come una sorta di braccio violento dell'imperatore. Tarkin al contrario rappresenta il lato più nascosto ma allo stesso tempo più diabolico dell'impero, con la sua sete inestinguibile di potere, che mostra una strisciante obbedienza solo per gli avversari che non può abbattere (l'imperatore), non guardando in faccia a nessuno pur di raggiungere i suoi scopi (anche la distruzione di città e civili, anche quando sono ancora presenti dei suoi uomini sul posto).

Gli eroi al completo
*anche se bisogna ammettere che il costume di Darth Vader (che penso sia quello originale) oggi con la capacità di ripresa attuale sfigura un po' in tutta la sua plasticosità. Forse modificarlo per renderlo un pelino più realistico con le cineprese moderne non sarebbe stato male. Ma questa è solo una mia critica personale.

** L'attore che interpretava Tarkin (Peter Cushing) purtroppo è morto e quindi si doveva sostituire per forza in qualche modo. La strada intrapresa al di la della sterili critiche lanciate dai fan è impressionante (ricostruire il volto dell'attore in cgi) ma di qualità spesso altalenante. Uguale discorso vale per quello di Leila. Forse sarebbe stato meglio la più rischiosa via del far impersonare il personaggio a un altro attore.

Per fortuna i continui accenni all'universo di Star Wars per i Fan più incalliti come accadeva nel capitolo VII qui sono ridotti a qualche comparsata brevissima. Rendendo il film a mio giudizio molto più fruibile anche a chi della saga fregi poco e nulla o si approccia per la prima volta a Star Wars.

Passiamo ai lati negati:

S: Direttore siamo su questo pianeta già da 5
minuti senza combinare nulla.
 cosa dobbiamo fare?

K: Abbiamo perso troppo tempo su questo
pianeta! Al prossimo pianeta a caso!
La prima parte del film a mio giudizio è la parte peggiore, fin troppo soporifera e con una trama che non sa bene che pesci pigliare, strascinandosi pigramente fino all'arrivo nella base centrale dei ribelli. Si nota nettamente che quello che si poteva dire in pochissime battute viene allungato enormemente senza che la trama ne abbia alcun giovamento (e la scusa che il film si prende il suo tempo per spiegare non regge).  L'unica cosa che avrei preferito approfondire sarebbe stato il rapporto tra Jyn Erso e Saw Gerrera, che avrebbe dato un po' di colore alla prima (ma ne parleremo fra poco).

Alcuni punti non vengo mai spiegati e il film sembra soffrire di una strana allegria che lo costringe a saltare di pianeta in pianeta (con un tempo di permanenza in ciascuno di pochissimi minuti o peggio di secondi), forse per dare quel tono più ampio tipico di Guerre Stellari a una storia altrimenti molto ristretta.

Il cattivo del film: Il direttore Krennic è interessante per certi aspetti, ma rovinato da una carattere fin troppo vanesio e vuoto per colpire.

La critica maggiore che può muovere al film, e che poi mi ha dato il suggerimento per il titolo di film alla  "Commandos", è che il film dimostra una scarsissima caratterizzazione per i personaggi, avvicinandolo più a un film di guerra che a uno prettamente "starwarsiano" (passatemi il termine). I film di guerra sono caratterizzati (o perlomeno quasi tutti) dall'avere personaggi standardizzati: capo, ingegnere, pilota ecc. In Rogue One si assiste a un fenomeno del tutto simile, complice un cast davvero troppo ampio, quindi questa era probabilmente l'unica strada percorribile.

Un vero peccato perché all'uscita dalla sala facevo già faticavo a ricordare chi faceva cosa (tanto che alla fine si è costretti a usare delle associazioni di ruoli per ricordarsi i personaggi). Gli eroi principali Jyn Erso e Cassian Andor, non riescono mai a convincere nelle loro motivazioni che gli spingono ad agire, e risultano molto freddi nelle reazioni espresse (sicuramente cosa voluta per non rendere il film troppo drammatico). Sopratutto Jyn sembra non riesca mai ad uscire dal cliché dell'orfano in cerca di riscatto e perseguitato dal fantasma del genitore scomparso perennemente presente (in modo similare a Rey del capitolo VII).

Alla fine paradossalmente mi sarebbe piaciuto un focus maggiore su Chirrut, Baze e Rook (e si sono andato su wikipedia per i nomi) che offrivano perlomeno spunti interessanti (anche se come i protagonisti soffrono di scarsa motivazione/caratterizzazione che spieghi il loro bisogno di unirsi a quella che si presenta come una chiara missione suicida). Il personaggio meglio caratterizzato è il robot K-2SO (che ufficialmente entra nella top tre dei robot di Star Wars), che devo dire che con la sua verve caustica e sfiduciosa è il personaggio più simpatico del film.

In definitiva Rogue One: A Star Wars Story è un film che mi è piaciuto tantissimo, a mio giudizio nettamente più riuscito e coraggioso nelle tematiche di ogni capitolo precedente della saga. Sfortunatamente per certi elementi potrebbero renderlo un ottimo film in generale, ma un pessimo film della saga (visto la sua scarsa capacità di far sognare rispetto ai capitoli classici della saga. Ma un film dove le stormtrooper sparano relativamente bene va guardato a prescindere!

6 commenti:

  1. Sono d'accordo. Caratterizzazione altalenante, ma in compenso abbiamo guadagnato un buon connubio tra star wars e un film di guerra. Questo film è anche una risposta a quelli che pensano che la disney addolcisca tutti i suoi prodotti: questo è il capitolo più dark e violento della saga.

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    1. In questo caso si, ma essendo Disney una casa produttrice family friendly non hanno spinto l'asticella troppo verso il basso.

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  2. Sono d'accordo su gran parte di ciò che hai scritto, il punto dove mi trovo maggiormente disaccordo è che non trovo molto simili Rey e Jyn, Jyn l'ho vista molto più risoluta mentre Rey molto più compassata. K2-SO l'ho trovato molto diverso da C-3PO. La prima parte non mi è dispiaciuta, sicuramente non parte col turbo, ma tutto perdonabile a parer mio dato che si devono presentare nuovi personaggi. Sul cattivo siamo d'accordo, interessante, ma questa saga ci ha regalato cattivi migliori e meglio caratterizzati (forse perché si avevano più film per approfondire?).

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    1. Guarda credo Rey e Jyn abbiamo molto in comune (ambedue devono fare i conti con la mancanza della figura genitoriale e sono alla costante di qualcosa per dare senso alla loro esistenza), ovvio che essendo Rey un personaggio non relegato a un capitolo della saga avrà uno sviluppo caratteriale molto maggiore di quanto Jyn non possa mai sperare.

      Per K2-SO non ho notato enorme differenze, entrambi sono androidi umanoidi adibiti a una particolare funzione e molto saccenti nel parlare (tranne che K2-SO mena e C-3PO no). Che poi detto tra noi C-3PO è il mio droide preferito in star wars ;)

      Verissimo che devono presentare nuovi personaggi (anche se come caratterizzazione non si sono impegnati molto), ma onestamente il 60% dei dialoghi della prima parte non servivano a molto, invece si è perso troppo tempo a centrarsi su elementi inutili (Per esempio a cosa serve perdere cosi tanto tempo per l'incontro tra Saw Gerrera e Jyn quando i due non hanno molto da dirsi?).

      Per il cattivo non credo, semplicemente si poteva fare di più perché per certi aspetti era un nemico interessante da vedere all'opera.

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    2. Sulle ragazze continuo a non essere d'accordo perché oltre al fatto che sono orfane non trovo molte similitudini, caratteri diversi, Jyn vuole riscattare il nome del padre perché è solo stato costretto a collaborare con l'impero mentre Rey non si sa nemmeno chi fossero i genitori. Alla fine Jyn ritrova in Saw una figura paterna mentre Rey non ha nessuno e all'inizio non ha pesi sulle spalle (devo solo procurarsi dei rottami per avere del cibo). Jyn ha il peso del cognome, mentre Rey alla fine ci capita quasi per sbaglio con i ribelli.

      Per gli androidi umanoidi simile al discorso di sopra, oltre ad essere appunto androidi umanoidi non trovo tanto in comune, K2-SO combatte, ha un senso dell'umorismo diverso, mentre C-3PO è più naif ed ha un modo di esprimersi diverso, poi ovvio che differenziare ulteriormente 2 androidi è difficile.

      Sì, sul loro incontro mi aspettavo di più, ma nel complesso mi trovo soddisfatto anche sulla prima parte. La seconda l'ho preferita, molta più azione e mi è piaciuto praticamente tutto :P

      Del cattivo mi è piaciuto che l'ho trovato viscido (non ricordo altri cattivi così) e che anche quando si è trovato davanti a Dart Vader non ha esitato a dire la sua risultando anche arrogante in certi momenti.

      Naturalmente ognuno ha le proprie opinioni :D

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    3. Si vede che la pensiamo diversamente... ma come dici tu ognuno ha le sue opinioni.

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