lunedì 29 maggio 2017

Lara Croft GO - Recensione -



Lara Croft Go è un videogioco per  smartphone  sviluppato nel 2015 da Square Enix Montrèal e distribuito da Square Enix. Il gioco prende spunto (come tutta la serie Go) dai giochi da tavolo.

Il gioco si compone di una ulteriore espansione chiamata "La Caverna della vita" composta da un livello aggiuntivo, con nuovi enigmi e nemici.

La trama vede la nostra cara archeologa poco convenzionale ala ricerca dell'artefatto chiamato "l'Atlante dell'Aldilà". Esplorando la zona per cercare le tre chiavi necessarie per aprire il portale del tesoro, la nostra eroina risveglia accidentalmente "La regina del Veleno", un mostro gigantesco dalle sembianze simili a quelle di un serpente e il suo popolo. Lara dovrà superare enigmi sempre più difficili e sfuggire dagli attacchi della regina per arrivare a prendere finalmente il tesoro agognato. Trama come si può vedere carina, ma non aspettatevi una complessità di sceneggiatura da premio Oscar.

giovedì 25 maggio 2017

Steve Harrison. Detective del macabro di Robert E. Howard


Quando una nuova storia del mio autore texano preferito arriva finalmente in Italia il mio lato "barbarico" non che può gioirne. La giovanissima Providence Press ci delizia con quattro storie di questo solitario investigatore tutto muscoli e azione.

Steve Harrison come vuole la tradizione howardiana è alto, dalle spalle possenti, dagli occhi azzurri e con una strana conoscenza per un occidentale della mentalità orientale (tanto da essere il punto di riferimento per combattere il crimine nel malfamato quartiere orientale di River street in una anonima città americana). Più avvezzo a risolvere la situazione di pericolo prendendola di petto che applicando i sofisticati metodi della "Baskerville Avenue" (tanto che nella sua prima avventura viene detto chiaramente che il suo stile d'azione si basa sul principio che "la miglior difesa sia l'attacco massiccio"). Davvero inusuale il fatto che Harrison è un detective disposto a scendere a patti con le forze criminali che dovrebbe punire quando la situazione lo richiede, cosa che lo discosta un po' dagli eroi più famosi di Howard come Solomon Kane o Conan (da cui però rimane profondamente legato come craterizzazione generale, tanto che anche lui scoppierà in furiosi spargimenti di sangue). Un personaggio che fa dalla sua contemporaneità temporale un'interessante variazione tematica dagli eroi prettamente fantasy (Kull di Valusia) e quelli ispirati da eventi o personaggi storici (Bran Mak Morn).

lunedì 22 maggio 2017

Stone Rider di David Hofmeyr - recensione -


"Adam Stone è cresciuto nella polverosa e arida città di Blackwater, circondata dal deserto, un luogo fuori dal mondo dove nessuno può dirsi veramente libero. Non desidera altro che fuggire da quella prigione e trovare un’esistenza di libertà e di pace. Ma c’è qualcosa che Adam rincorre ancor più della libertà: l’amore dell’affascinante Sadie Blood. In un mondo così spietato, che non concede ancore di salvezza, l’unico modo per iniziare una nuova vita è gareggiare nella Blackwater Trail, una corsa mortale e senza regole alla quale solo i più forti possono sopravvivere. Adam, eccellente pilota, decide di competere insieme a Sadie e all’ambiguo e indecifrabile Kane per assicurarsi l’ambito premio: un biglietto di sola andata per la rigogliosa Sky-Base, un luogo in cui regna la pace, pervaso da un lusso inimmaginabile per chi proviene da Blackwater. Per l’amore di Sadie e per i suoi sogni, Adam sarà disposto a rischiare ogni cosa, compresa la sua stessa vita..." Tratto dalla quarta di copertina del libro

Di solito non mi soffermo molto sugli young adult, sarà perché quando si sono affermati quando ero ormai fuori target o per che di solito le trame dei medesimi mi fanno venire l'urticaria, ma con Stone Rider di David Hofmeyr ho voluto tentare il rischio. Sarà stato per la trama abbastanza originale per il genere o per una copertina abbastanza accattivante nella sua semplicità, ma il mio sesto senso mi diceva che forse il romanzo valeva il prezzo speso (in ebook ovviamente).

lunedì 8 maggio 2017

ACCA - L'ispettorato delle 13 province - Recensione -


Regia: Shingo Natsume
Composizione serie: Tomohiro Suzuki
Musiche: Ryō Takahashi
Studio: Madhouse
Genere: Spionaggio, Intrigo, Militare
1ª TV 10 gennaio – 28 marzo 2017
Episodi: 12
Distributore it: Dynit
Streaming it: VVVVID (sottotitolata)


Le vicende sono ambientate nel regno di Dowa, strano regno insulare a forma di uccello (che detta così suona malissimo lo so). Il re sta per compiere il suo novantanovesimo anno di regno. Il paese è diviso in 13 distretti denotati da un forte carattere d'indipendenza dal potere centrale (un mix tra la svizzera e il commonwealth britannico). A fare da collante tra il potere centrale e le spinte centrifughe indipendentistiche c'è l'ACCA, organizzazione volta alla realizzazione del bene comune, che controlla con dieci osservatori i distretti. Jean Otus, il nostro protagonista, ha il compito di viaggiare tra i distretti e la capitale per controllare l'operato della ACCA e riferire ai comandati informazioni sulla situazione generale del paese, ma una minaccia preme nell'oscurità per danneggiare lo status quo e cambiare gli assetti del paese.

lunedì 1 maggio 2017

Il ritratto del morto di Daniele Oberto Marrama - Recensione -



Si tende sempre a pensare generalmente che il fantastico in Italia non abbia attecchito che in tempi relativamente recenti o che comunque non abbia mai prodotto elementi validi (e anch'io non avevo idea che nel nostro paese ci fosse uno sviluppo cosi articolato del fantastico italico). Invece grazie al lavoro di recupero della casa editrice Cliqout veniamo a conoscenza che il weird o fantastico che dir si voglia, ebbero nel nostro paese ampia diffusione, addirittura fin dai primi anni del novecento.

Il ritratto del morto è una raccolta di 8 racconti scritti da Daniele Oberto Marrama, giornalista napoletano nato nel 1874, che a parte questa breve escursione nel mondo del fantastico o bizarro come dice la prefazione originale, pubblicata a puntate sul giornale Domenica del Corriere e successivamente in volume (1907), non scrisse altro se non qualche poesia. Eppure le opere di Marrama, se pure denotate da una certa semplicità di fondo per i nostri occhi moderni, non hanno nulla da invidiare a scrittori come Poe.